LE FRAZIONI

PICCOLE REALTA' DA VISITARE

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Descrizione

  • Casteldilago

Se uno dei borghi più affascinanti dell’area ternana si chiama Casteldilago, ci si dovrebbe aspettare di vedere le sue torri riflesse in un ampio specchio d’acqua. Invece no. Perché Casteldilago oggi è situato sopra uno sperone di roccia che domina il fiume, ma il lago non esiste più. Del vecchio castello oggi non restano quasi più tracce, né della rocca, né della cinta muraria, solo qualche rovina.
Vicino merita una visita :

  • Il Museo della Ceramica
  • il Convento di san Francesco
  • All’interno dell’abitato si trova anche un edificio della Prima Chiesa Cattolica riformata d’Italia
  • Fuori dall’abitato si trova la Chiesa di San Nicola
  • Da vedere anche, nelle vicinanze, un vecchio mulino del XVI secolo: fino a qualche tempo fa erano visibili ancora i vecchi meccanismi di lavorazione ed il bacino di carico dei prodotti, ora è stato trasformato in abitazione privata.
  • l’Eremo della Madonna dello Scoglio.
  • Oltre il suggestivo scenario del borgo medioevale, sono da vedere: la Chiesa di San Valentino, la Chiesa di San Nicola, situata fuori dal castello, a mezza costa, con pregevoli affreschi del XVI sec. della scuola di Giovanni Di Pietro detto “Lo Spagna”.
  • Tripozzo

Il piccolo centro, frazione del comune di Arrone, è ubicato a mezza costa sulle pendici occidentali del monte omonimo, a poco meno di seicento metri sul livello del mare, e si affaccia sulla Valnerina di fronte a Montefranco; quasi abbandonato nel dopoguerra oggi è stato in parte ristrutturato, vi si trova una chiesina dedicata a San Lorenzo, presso cui, non più in sito, è stata ritrovata una lastra marmorea romana con iscrizione.
Rimangono del vecchio abitato cospicui ruderi e un pozzo medioevale. Poco sotto l’abitato si trovano i resti, non visitabili, di un antico mulino romano.

  • Buonacquisto

Castello di promontorio di antica origine, sito tra Polino e Piediluco, l’abitato si sviluppa per fasce concentriche attorno al nucleo fortificato, costituito da una torre poligonale.
Buonacquisto fu fondata probabilmente intorno all’anno 880, quando un nobile proveniente da Roma, tale Arrone o Attone figlio di Lupone, si impossessò del colle su cui sorse Arrone e vi costruì un castello fortificato, dal quale egli ed i suoi discendenti si mossero per estendere il dominio sulle terre circostanti, tra cui, appunto, Buonacquisto, probabilmente coeva al castello di Arrone, ma denominata con altro nome, forse Tercono, o, secondo altri “La Gragnola” o “Grugnalina“.
Fu poi acquisito in eredità da un pronipote di Lupone, Berardo di Attone II, e fortificata durante il periodo delle invasioni saracene, sul finire del millennio.
Sulla nascita del nome esistono due gustose leggende, non supportate da prove storiche.
Narra la tradizione che la castellana contessa Vannelli invitò l’imperatore Federico Barbarossa, il distruttore di Spoleto e Terni, a visitare il suo castello, giunto che fu le domandò: come vivete, che non vedo alcun possedimento? La contessa fece allora radunare tutti i suoi sudditi e il Barbarossa le disse: abbiamo fatto un Buonacquisto e da allora prese tale nome.
Un’altra leggenda popolare riferisce che, dopo una battaglia, il castello fu conquistato e i vincitori vedendo la povertà del luogo affermarono, in senso ironico “abbiamo fatto un buon acquisto“.

Da vedere:

  • La Chiesa di San Venanzio
  • Le Miniere di Lignite

Altre frazioni:

  • PALOMBARE : Chiesa di S. Giuseppe
  • ROSCIANO
  • Il sito archeologico del Monte di Arrone e la testa di divinità femminile

La rupe del monte di Arrone si eleva a dominare la conca in cui si apre la valle del Nera, tra la stretta di Papigno e quella di Ferentillo e controlla un percorso sicuramente molto frequentato in antico, che da Spoleto consentiva di raggiungere la conca di Rieti attraversando il colle di Sant’Angelo. Sono quindi evidenti le ragioni della frequentazione del luogo fin da età molto antica, testimoniata da frammenti ceramici arcaici rinvenuti lungo le pendici est del monte. Sulla vetta del Monte si osserva la presenza di un singolare vano rettangolare scavato nella roccia, oggi a celo aperto ma in antico probabilmente chiuso, di incerta interpretazione.

E’ possibile che esso sia relativo ad un luogo di culto monumentalizzato in età romana repubblicana a conclusione della conquista della regione Sabina. 

Questa ipotesi potrà essere verificata solo attraverso la conduzione di indagini sistematiche di scavo archeologico mai suggerita da rinvenimento ad Arrone, alla fine dell’800, di una notevole Testa femminile di dimensioni maggiori del vero, oggi conservata presso la sede comunale. La Testa di Divinità femminile rinvenuta ad Arrone, in località valle sacrata del 1887 è di marmo greco dell’isola di Paro. E’ stata restaurata nel 1998.

La Testa è pertinente con ogni probabilità a una statua di culto e venne rinvenuta ai piedi del Monte di Arrone, dalla cui sommità doveva verosimilmente essere rotolata, come sembra suggerire il cattivo stato di conservazione del reperto.

 

 

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Pagina aggiornata il 04/07/2025